IL CONSUMO CRITICO
« Io non sono una cosa e la mia spesa un’altra cosa. La mia spesa sono io. Che la nostra spesa e il nostro carattere siano due, è il vizio della società. » (Ralph Waldo Emerson)
Per consumo critico si intende la pratica di organizzare le proprie abitudini di acquisto e di consumo in modo da accordare la propria preferenza ai prodotti che posseggono determinati requisiti di qualità differenti da quelli comunemente riconosciuti dal consumatore medio.
In particolare il consumatore critico riconosce come componenti essenziali della qualità di un prodotto alcune caratteristiche delle sue modalità di produzione, ad esempio la sostenibilità ambientale del processo produttivo, l'eticità del trattamento accordato ai lavoratori, le caratteristiche dell'eventuale attività di lobbying politica dell'azienda produttrice. La pratica del consumo critico si distingue dall'adesione ad una specifica campagna di boicottaggio, anche se ovviamente vi può coesistere, in quanto è un atteggiamento che ha motivazioni e conseguenze più generali.
Ogni volta che andiamo a fare la spesa ricordiamoci che siamo potenti e che le imprese sono in una posizione di profonda dipendenza dal nostro comportamento di consumatori. Noi infatti, con i nostri acquisti, abbiamo la possibilità di far salire o scendere i loro profitti. Proprio perché le imprese hanno paura di noi, esse tentano di dominare la nostra volontà decisionale per questo dobbiamo rivalutare il potere che abbiamo fra le mani. Un potere che, preso singolarmente, è certamente piccolo, ma che, moltiplicato per milioni di persone, può condizionare le più grosse multinazionali e, a limite, l’intero sistema.
Il consumo critico è un atteggiamento di scelta costante che si attua su tutto ciò che compriamo ogni volta che andiamo a fare la spesa. In concreto, il consumo critico consiste nella scelta dei prodotti non solo in base al prezzo e alla qualità, ma anche in base alla storia dei prodotti stessi e al comportamento delle imprese che ce li offrono. In altre parole, il consumo critico punta a far cambiare le imprese attraverso le loro stesse regole economiche fondate sul gioco della domanda e dell’offerta. Infatti, scegliendo cosa comprare e cosa scartare, non solo segnialiamo alle imprese i comportamenti che approviamo e quelli che condanniamo, ma sosteniamo le forme produttive corrette mentre ostacoliamo le altre. In definitiva, consumando in maniera critica è come se andassimo a votare ogni volta che facciamo la spesa.
Il consumo critico poggia su due pilastri: l’esame dei singoli prodotti e l’esame delle imprese. Ecco alcune domande da porsi rispetto ai singoli prodotti: la tecnologia impiegata è ad alto o basso consumo energetico? Quanti e quali veleni sono stati prodotti durante la sua fabbricazione? Quanti ne produrrà duranti il suo utilizzo e il suo smaltimento? E’ stato ottenuto da materie prime riciclate o di primo impiego? Sono state utilizzate risorse provenienti da foreste tropicali?
Se si tratta di prodotti provenienti dal Sud del mondo è d’obbligo chiedersi: in quali condizioni di lavoro sono stati ottenuti? Che prezzo è stato pagato ai contadini? Per colpa loro sono state tolte terre alla produzione di cibo? I guadagni che producono hanno spinto i latifondisti ad arraffare nuove terre lasciando sul lastrico dei contadini?
A volte il singolo prodotto può risultare perfetto da tutti i punti di vista, ma che dire se è stato fabbricato da una multinazionale che possiede tante altre attività inquinanti, che esporta rifiuti pericolosi nel Sud del Mondo, che nell’Europa dell’ Est sfrutta i lavoratori, che è compromessa militarmente? Per questo, prima di comprare qualsiasi prodotto è indispensabile conoscere anche il comportamento generale delle imprese produttrici.