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In bici si può! Il caso Parigi

In bici si può! Il caso Parigi

Una stazione Velib

Madame et Messieurs, voilà le Velib. Velib, da velo , bicicletta, e liberté

 

Da amante della bicicletta mi fermo estasiato a guardare le stazioni di noleggio e gli eleganti "velocipedi" color grigio topo (pare che il colore sia una scelta del sindaco Delanoë in persona), un po' pesanti ma alleggeriti dal disegno vagamente liberty. A Parigi ce ne sono ovunque. Mi fermo in Rue de Rivoli e inizio a contarli. In pochi minuti passano 43 Velib e 29 "biciclette civili". E un po' dappertutto e in ogni momento il numero di Velib è confrontabile con quello delle altre bici. La sensazione è che Delanoë sia riuscito a raddoppiare l'utenza a pedali.

Per migliorare la qualità della vita dei parigini, il sindaco ha vinto una enorme scommessa: mettere in piedi il più complesso servizio al mondo di biciclette a noleggio.

La mairie, il municipio di Parigi, ha annunciato la realizzazione delle piccole stazioni Velib a maggio dello scorso anno. Centinaia e centinaia di piccoli scavi hanno punteggiato la capitale per qualche settimana. Le stazioni sono state completate, e le bici consegnate, in un paio di mesi. L'inaugurazione del sistema è avvenuta il 15 luglio 2007, il giorno successivo alla festa nazionale. Quel giorno erano già pronte 750 stazioni e 10mila biciclette. I lavori continuano: a inizio 2008 le stazioni sono diventate 1451 e le bici 20mila 600.

I sondaggi dicono che già a fine settembre 2007 un parigino su cinque aveva provato Velib e che l'8 per cento della popolazione è già diventato un utilizzatore abituale. Quotidiani e settimanali, sono traboccanti di notizie sul fenomeno Velib. Voglio assolutamente provarlo. Per fare un abbonamento giornaliero è necessaria una carta di credito di quelle con il "chip elettronico". Per fortuna sono in compagnia di Anne. Lei è francese e ha quella carta di credito! La cosa più conveniente è l'abbonamento annuale: oggi sono già 120mila i parigini che lo hanno. La stazione Velib più vicina è praticamente sotto casa. I punti di noleggio sono totalmente automatizzati. Le bici sono agganciate ad un supporto con un lettore ottico. Basta avvicinare la tessera, una lucetta diventa verde. A quel punto la bici si sgancia e si può partire. La bici è comoda, scorrevole, con un cambio a tre velocità. Percorriamo un bel tratto di strada, raggiungiamo i piedi della collina di Montmartre, immediatamente adocchiamo una stazione. Agganciamo le bici, di nuovo luce verde e segnale sonoro confermano che tutto è in regola. Ci avviamo a piedi per i vicoli di Monmartre. Quanto ci è costato? Niente, neanche un centesimo. Perché se si usa la bici per meno di mezz'ora il noleggio è gratuito. Sì, gratuito!

Infatti, il sistema Velib è progettato proprio per i brevi spostamenti, quelli fino a 10/15 chilometri. Il sistema tariffario prevede che, dopo la prima mezz'ora gratuita, si paghi poi un euro per la seconda mezz'ora, due euro per la terza, quattro euro per la quarta e le successive. Insomma, Velib non si usa per andare in gita ma è un vero e proprio mezzo di trasporto urbano. La lezione è stata appresa dai parigini, la durata media dell'utilizzo delle biciclette è infatti di 22 minuti. Ogni bici viene usata 6-7 volte al giorno. E una volta tornati a casa, si può accedere al sito Velib (velib.paris.fr) e, inserendo il numero dell'abbonamento, controllare tutti i propri spostamenti, la durata e gli eventuali costi.

Non mancano gli inconvenienti, come ad esempio quello di trovare la stazione sotto casa già sguarnita di biciclette di prima mattina o, peggio, quello di non riuscire a lasciare la bici una volta arrivati perché le stazioni sono al completo. In ogni caso, ogni borne , la colonna della stazione, è in grado di dirti qual è il punto più vicino dove ci sono bici libere da prendere oppure posti liberi per restituirle. Insomma, tutte le informazioni disponibili su un piccolo terminale touch screen . Per me, che abito a Roma, dove la bici è vissuta come un ritorno al passato, è un po' come vivere in un racconto di fantascienza.

Sono bastati cinque giorni di soggiorno a Parigi per farmi diventare un entusiasta velibista. Abbiamo preso la bici per tre, quattro volte al giorno per tragitti quasi sempre inferiori alla mezz'ora e pertanto gratuiti. La sera, pedalare in città regala emozioni bellissime. In riva alla Senna si ritrovano i musicisti. Si lascia la bici. Si suona la fisarmonica, si balla, i battelli turistici e le chiatte cariche di ghiaia sfilano borbottando. Si riprende la bici. Il lungo Senna ti porta dritto alla visione fantastica di Notre-Dame, ci arriviamo in 20 minuti lungo i quai , le banchine che in certi punti sono esclusivamente pedonabili e ciclabili. Arrivati. La stazione è proprio lì. Lasciamo le bici e proseguiamo a piedi.

L'aspetto che rende Velib a tutti gli effetti un'autentica opzione in più per il trasporto dei parigini è proprio questo: la sua capillarità. Ovunque tu sia c'è una stazione Velib a non più di 150 passi. Da qualsiasi punto di Parigi in 2-3 minuti si arriva a piedi alla stazione Velib più vicina.

Il territorio del Comune di Parigi non è grande. I limiti amministrativi coincidono con il Boulevard Peripherique, un anello autostradale di forma ellittica. Al suo interno vivono 2,2 milioni di persone e qui sono state costruite le stazioni Velib. Distribuendo uniformemente 1451 stazioni in un territorio così limitato, la distanza media tra le stazioni risulta inferiore a 300 metri. E per riequilibrare il numero delle biciclette presenti in ogni stazione ci sono auto con rimorchio in grado di spostare sino a 20 Velib alla volta da un punto all'altro. Auto a metano, naturalmente. E per le riparazioni? Una péniche , una chiatta, sale e scende la Senna per recuperare le bici da aggiustare. A bordo, un marinaio e 11 meccanici lavorano per Velib.

È evidente che un sistema di noleggio bici di questa dimensione ha un costo di gestione molto alto. Ci sono oltre 400 persone assunte a tempo pieno per Velib, nel mantenimento di bici e stazioni e nell'amministrazione. Chi paga? Non certo gli utilizzatori, visto il prezzo simbolico del servizio. Non la Mairie, che anzi incassa i soldi degli abbonamenti e di ogni spostamento oltre la mezz'ora. Il servizio è fornito dalla società JCDecaux che, in cambio, ha avuto la gestione di tutti gli spazi pubblicitari dell'arredo urbano parigino. Però Delanoë gli affari li sa fare. Nel contratto precedente JCDecaux per questo enorme mercato pagava 1,8 milioni di euro. Ora, con il nuovo contratto paga 3,5 milioni più il servizio Velib. È probabile che JCDecaux abbia pensato a Parigi come a una vetrina, una formidabile pubblicità per esportare il sistema in altre città.

Lascio Parigi, ritorno nel "bel paese". In aereo tra me e me dialogo con il futuro sindaco di Roma. «A scuola non si poteva, ma ora si può. Puoi copiare, copia Francesco! Copia il compito dal compagno di banco Delanoë. Lui è più bravo di te, ma non importa, copia, copia, non lo diremo a nessuno!».

 

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